Busto di Settimio Severo
Il busto-ritratto in marmo bianco dell’imperatore Settimio Severo, originario di Leptis Magna in Tripolitana, è stato recuperato dalla Guardia di Finanza nel 2017 e, secondo le notizie acquisite, è venuto alla luce durante scavi clandestini nel 2016-17 in località Inviolata, nel settore del territorio dell’antica Tibur (Tivoli) attualmente compreso nel Comune di Guidonia Montecelio (RM). Il luogo di provenienza potrebbe coincidere con la cosiddetta Villa della Triade Capitolina, posta all’interno del Parco naturale-archeologico dell’Inviolata
L’imperatore, raffigurato con la testa leggermente ruotata verso destra, indossa la lorica e il paludamentum, fissato da una fibula rotonda alla spalla destra. La testa costituisce una nuova replica del quarto tipo ritrattistico, denominato “Lepcis” perché accompagna Settimio Severo come raffigurato in alcuni pannelli del tetrapilo onorario di Lepcis Magna, monumento riferibile al 205-209 d.C. L’introduzione di questo tipo è però meglio riportabile al giugno del 204, in concomitanza con la celebrazione dei Ludi Saeculares, come si deduce anche dai profili su emissioni monetali, a partire dai sesterzi coniati in quell’occasione.
L’effigie, appartenente agli anni finali del regno dell’imperatore, presenta tratti più marcati di età nella zona delle guance e degli occhi (sottolineati anche da zampe di gallina, assenti sul busto) rispetto ai tre tipi precedenti.
Il busto si aggiunge agli almeno dodici esemplari finora noti del tipo, talora accompagnati dalla toga contabulata.