Museo Archeologico Lanciani

La porta dell’aldilà. Riti funerari antichi dal territorio al museo

I rinvenimenti avvenuti negli ultimi vent’anni nel territorio comunale hanno permesso di affrontare il tema del rituale funerario romano e delle sue manifestazioni nel territorio di Guidonia Montecelio.

Il percorso espositivo ha inizio con il sito in località Martellona, dove dal 1999 al 2016, attraverso diverse campagne di scavo, sono state messe in luce una necropoli e parte di una villa a carattere rustico-residenziale. L’area sepolcrale, a N della villa, è compresa in un arco cronologico che va dal IV secolo a.C. al IV d.C. Tra i reperti esposti, particolarmente interessanti un deposito di ceramica e statuaria miniaturistica di tipo votivo, e una grande quantità vasellame infranto intenzionalmente in antico, all’interno di uno strato compatto con chiare tracce di combustione, riconducibile probabilmente ad un ustrinum (luogo per le incinerazioni). Tra i corredi funerari rinvenuti è notevole una statuina che raffigura un fanciullo coperto da un mantello con cappuccio (cocullus) identificato come genius cucullatusdemone di origine celtica incaricato di accompagnare le anime dei defunti nell’aldilà.

Il racconto continua con i corredi funerari provenienti dalla necropoli in località Le Fosse, databile tra il II e il III sec. d.C. Notevoli sono i reperti in oro: dalla tomba 2 una collana in oro con lavorazione a catena, intervallata da elementi tubolari sfaccettati in pasta vitrea turchese, e chiusura ad uncino; dalla tomba 33, sette piccoli vaghi e due distanziali finemente decorati di una collana con chiusura simile all’altra. Di grande interesse sono due suole di calzari ricoperte di chiodini di ferro prelevate dall’inumato, con ancora all’interno le ossa dei piedi. Si segnala anche la presenza di un’olla in ceramica invetriata, che ha applicata sulla parete una scena mitraica di tauroctonia (il dio Mitra che uccide il toro), modellata a mano in rilievo aggettante.

Provenienti dagli scavi condotti tra il 2009-2011 in località Inviolata sono gli oggetti rinvenuti nella necropoli che si sviluppava intorno al tracciato dell’antica via Tiburtino-Cornicolana, scavato per 110 m. Tra i reperti presenti nella mostra, vi è il coperchio di piccola ara con uccellini che beccano un fiore e una lucerna con la rappresentazione di un ammaestratore con scimmia e gatto. È esposta anche un’iscrizione con cornice ondulata incisa, dedicata al suo pupillo da Tiberio Natronio Hermes.

Durante uno scavo in località Cesi Grandi, a 3 km dal centro abitato di Montecelio, furono scoperti il settore produttivo e il ninfeo di una villa databile tra l’età medio repubblicana e la seconda metà del I sec. a.C., con un’area funeraria adiacente inquadrabile nel periodo di abbandono del sito, risalente probabilmente già al I sec. d.C. Dalla tomba 1 provengono vaghi di collana in pasta vitrea policroma e alcuni oggetti femminili in bronzo: uno spillone, un’armilla, degli orecchini, una paletta quadrangolare.

Tra il 2020 e il 2022, durante gli scavi preventivi all’Allargamento della Via Tiburtina a quattro corsie da Albuccione fino al C.A.R., al km 17, sono stati riportati in luce un tratto basolato, di circa 100 metri, relativo al percorso viario antico della Via Tiburtina, strutture tardo-antiche e un interessante contesto funerario: un colombario ad un piano, sepolcro collettivo a incinerazione da cui provengono due piccoli busti acefali raffiguranti una defunta e un infante, un coperchio di urna cineraria a forma di serpente attorcigliato, tabelle e lapidi con scritte evidenziate in rosso (rubricatura) databili al II-III secolo, recanti la dedica agli Dei Mani e i nomi dei defunti, come quella dello schiavo nato in casa (vernaEuscemus e della liberta Iulia Pantheris, madre della piccola Crescentiana morta a tre anni.

Il percorso si conclude con l’esposizione nell’ultima vetrina di corredi funerari provenienti da diverse località, tra cui il bellissimo vassoio di ceramica decorato a matrice con la raffigurazione del “Giudizio di Paride” databile tra il II e il III sec. d.C.