Montecelio e l’antica Corniculum
Secondo Angelo Picchetti (1592-1668), primo storico di Montecelio, non vi era dubbio già ai suoi tempi sull’identificazione del sito di Monticelli con l’antico centro latino di Corniculum. Lo attestavano sia l’esistenza del toponimo “Cornicolani” riferito ai nostri colli, ubicati dalle fonti geograficamente presso l’Aniene e le città sabine più vicine al Lazio, sia la presenza secolare nello stemma civico della cornacchia, dal cui nome latinizzato, cornicula, si faceva derivare quello di Corniculum
Il problema venne discusso da tutti gli eruditi che si occuparono delle città latine scomparse con l’affermarsi della potenza di Roma, senza cercare sul terreno le loro tracce. Per avere riscontri archeologici scientificamente sicuri bisognerà aspettare i primi del Novecento, quando intorno alla vetta dominata dalla Rocca le accurate indagini topografiche di Thomas Ashby, Direttore della British School at Rome e amico di Rodolfo Lanciani, individuarono una cinta di rozzi massi calcarei alla base della cerchia muraria dell’anno Mille, nascosta a sua volta dalle fortificazioni che la inglobarono nei secoli successivi.
Negli anni Venti-Trenta del Novecento fu il parroco di San Lorenzo, don Celestino Piccolini, a trovare le prove dell’esistenza di un abitato protostorico-arcaico (secoli X-V a.C.) in tutta l’area occupata dal paese, Monte Albano compreso. La sua vigilanza ha permesso di documentare rinvenimenti casuali che attestano in modo inequivocabile l’esistenza a Montecelio di un importante insediamento coevo a Roma e ad altri villaggi della zona circostante: reperti provenienti da tombe cancellate durante lavori edilizi, decine di pozzi per acqua e granaglie scavati nella roccia più tenera del versante orientale, su cui si estesero poi le case durante il Medioevo.
Sulla base delle pubblicazioni del Piccolini, le indagini furono continuate dall’inizio degli anni Settanta ad oggi dai volontari della Sezione Cornicolana del Gruppo Archeologico Latino “Latium Vetus”. Si giunse così alla redazione di una carta archeologica che includeva sia i rinvenimenti antichi sia quelli effettuati più di recente, fra cui segnaliamo il complesso dei vasi messi in luce nel 1983 in via Santa Maria, che attestano un abitato risalente al Bronzo finale, e la presenza, nel punto in cui si uniscono i colli di Montecelio e Monte Albano, di una fossa semicircolare scavata nel calcare, fiancheggiata a monte da un possente muraglione, probabile fortificazione ubicata in prossimità di una porta d’accesso all’abitato.
Allo stato attuale delle ricerche, solo uno scavo condotto scientificamente potrebbe aggiungere elementi qualificanti a quelli delineati nella carta, che bastano comunque a confermare la presenza a Montecelio di uno dei clara oppida (famosi centri fortificati) che facevano corona alla Roma dei Re durante la sua prima espansione.